27 Feb CIAO RIMINI!
E così ormai ci siamo. Me ne vado. Ancora. Non so esattamente quanto sia stata qui, forse tre anni, forse anche di meno… ma non ci voglio pensare. Sorrido, perché sono fatta così. Mi stufo sempre. Prendo tutto quello che un posto mi può dare, e poi me ne vado. Lasciandomi indietro un po’ tutto quanto. Un po’ tutti quanti. L’idea di appartenere a un posto, a una città, mi spaventa, non mi appartiene. Devo cercare emozioni nuove. Curiosare. Scoprire. Mettermi alla prova. E’ il mio terzo trasloco, e spero ce ne saranno sempre di più. Non voglio precludermi più niente. Questo è un patto che avevo fatto con me stessa, dopo essere tornata dalla clinica. “fai quello che vuoi e vai”. Mamma e papà mi hanno aiutato a fare i cartoni, cosa che finora non era mai successa. Sono felice che in qualche modo ci siamo potuti riavvicinare. Averli qui, avere il loro aiuto, è stato prezioso per me. Ho messo una playlist e ci siamo messi tutti a lavorare. In qualche ora avevamo messo via 3/4 della casa. E’ stato bello permettermi di farmi aiutare. E’ stato bello averli al mio fianco. Era agosto, mi ricordo che ho chiamato mamma e le ho detto che me ne sarei andata a Milano. Non mi interessava il suo commento, volevo solo che mi dicesse “okay, ho capito”. E così fu. Era da anni che ci pensavo, ma non avevo mai trovato il momento giusto. Per chi mi legge, sa che ogni decisione la baso sul mio sesto senso. E non si era ancora fatto sentire. Ho pensato “meglio posticipare”. L’estate è stata la spinta emotiva di cui avevo bisogno. Ho lavorato tantissimo e ho riscoperto che significa vivere. Mi sono divertita, ho imparato a godermi di nuovo tutte le cose che non potevo più fare. Sorridere, provare emozioni, non pensare a niente. Prendere e partire sempre. Sono sbocciata di nuovo, come sognavo di fare da tempo. Mi viene in mente quello che scrivevo sul diario in quei pomeriggi eterni al ricovero. “Voglio sentire il vento sulla faccia”. E ora sono qui. E lo sento. Andare su a cercare casa è stato eccitante. Una scossa che mi ha permesso di immaginarmi in un posto nel quale sarei stata ancora meglio. Non vedevo l’ora di catapultarmi in una vita completamente nuova. Avevo esigenza di farmi la mia solita doccia cerebrale nella varechina. Voglio essere una persona nuova, perché lo sono. Me lo dovevo. Ci ho messo quasi sette mesi a trovarla, nei quali sono successe tante cose. Mi sono fidanzata, è uscito il libro, ho girato come non ho mai fatto. Il mio ragazzo mi ha aiutato a trovare la mia nuova casa. Non è in centro, è in periferia, dove avevo giurato che non sarei mai andata. Ma lui mi diceva “fidati, ti piacerà”, e alla fine ho deciso di andare a dare un’occhiata. Lui sa farmi cambiare idea, sa farmi riflettere. Quando sono entrata, mi ci sono vista immediatamente. Mi sono immaginata nella mia nuova vita, esattamente sul confine di una città che mi potrebbe dare tanto. Ho 26 anni e ancora tante cose da vedere, da fare, ho ancora tanto da dare. Non ho catene, non ho nulla che mi obbliga a restare ferma. Ho solo questa grande sete di novità. Questo bisogno di appagarmi, di coccolarmi, dopo tutto il male che mi sono fatta. Non sarà facile, ma non mi importa. E’ in queste cose che mi riconosco… raccogliere tutto e posizionarlo altrove. Vorrei farlo per sempre. E’ questa la mia elettricità, solo così mi sento viva. Sono libera. Per questo articolo ho ascoltato
Eesseabi
Posted at 12:04h, 28 FebbraioCiò che scrivi non lo si immagina e basta! Lo si vive con te.🤍